CAMPAGNA ELETTORALE 2017 ADOZIONE STRATEGIA RIFIUTI ZERO

APPELLO ALLE LISTE POLITICHE ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2017
ADOZIONE STRATEGIA RIFIUTI ZERO
Al via nuovo percorso, Comuni saranno protagonisti in strategia “rifiuti zero” 


Ivan Stomeo delegato Anci ai Rifiuti
assemblea nazionale Zero Waste Italy
Capannori 23 Aprile 2017
Rifiuti zero, in una logica di recupero, ma soprattutto di prevenzione. A partire dalla promozione delle migliori esperienze di economia circolare e dal coinvolgimento di tutti gli attori che ruotano intorno al ciclo dei rifiuti, ognuno con le proprie responsabilità.
L’Anci, da oggi, intraprende un nuovo percorso virtuoso, di cui si farà portatrice presso tutti gli 8 mila Comuni italiani”
. Lo afferma il Sindaco di Melpignano e delegato Anci ai Rifiuti, Ivan Stomeo, al termine dell’audizione dell’Anci da parte della commissione bicamerale sui rifiuti. (www.anci.it 19-04-2017)
Ivan Stomeo delegato Anci ai Rifiuti
assemblea nazionale Zero Waste Italy
Capannori 23 Aprile 2017

“Le parole chiave di questa filosofia sono sostenibilità, partecipazione, economia circolare; nel campo dei rifiuti  questa  filosofia è  ben  rappresentata  dalla strategia “Rifiuti  Zero”, in una logica di recupero ma soprattutto di prevenzione.
Nella nuova veste di delegato nazionale Anci per il tema Rifiuti, il mio principale impegno sarà rivolto dunque alla collaborazione e allo valorizzazione dell’esperienza di tutti quei Comuni che hanno messo in campo le migliori pratiche per lo sviluppo di progetti locali finalizzati alla promozione di modelli di economia circolare”.

(Audizione di Ivan Sto
meo delegato Anci “Rifiuti-Energia” in Commissione parlamentare - 19 aprile 2017)

I rifiuti rappresentano un problema ambientale, sociale ed economico della massima urgenza.
L’aumento dei consumi generano grandi quantità di rifiuti che devono essere gestiti e governati in una logica di massima sostenibilità ambientale ed economica a vantaggio dei cittadini-utenti.
Gli attuali sistemi di gestione integrata dei rifiuti sono poco efficienti e il loro costo è un ulteriore aggravio per i cittadini-contribuenti. Nel confronto europeo il nostro Paese è uno dei meno virtuosi quanto a capacità di raccolta differenziata.
Nel 2014 in Italia si sono prodotte quasi 30 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani, circa 500 kg pro capite per abitante residente (ISPRA Rapporto Rifiuti Urbani Edizione 2016).
Il 34% dei rifiuti prodotti viene ancora smaltito in discarica, rispetto a una media europea che si aggira intorno al 28% contro lo 0,6% della Svezia, l’1% del Belgio, l’1,3% della Danimarca, l’1,4% della Germania e dell’Olanda. A questo si aggiunge il problema dei rifiuti speciali (pericolosi e non) che in Italia sono oltre quattro volte superiori a quelli urbani.
Nel settore del riciclo il nostro Paese con il 42% si colloca sotto la media europea (44%) contro il 64% della Germania, il 56% dell’Austria al 56%, il 55% del Belgio, il 51% dei Paesi Bassi, il 47% del Lussemburgo, il 44% della Danimarca e del Regno Unito.
Ma quelli che definiamo comunemente rifiuti sono di fatto una miniera di risorse materiali da reimpiegare nei cicli produttivi e di consumo.
Occorre quindi invertire la tendenza in atto e investire sulla prevenzione dei rifiuti e su modelli e attività di economia circolare, la vera innovazione economica, sociale ed ambientale su cui puntare da subito per il futuro.
Sprechi e scarti devono essere ridotti, recuperati, riusati e riciclati. Chi inquina paga. Lo spreco di beni, materiali e risorse deve essere penalizzato premiando e favorendo azioni (sia pubbliche che private) che generano meno rifiuti, recuperano materia, producono e distribuiscono beni più sostenibili in modo responsabile.
Quanti più materiali si riescono a recuperare dagli scarti e dai rifiuti tanto più si liberano risorse anche sociali per una crescita esponenziale dell’economia e la green economy trae vantaggi competitivi e si incrementa.

La Regione Emilia-Romagna si è dotata di una legge (L.R. 16/2015) sulla gestione dei rifiuti e per l’economia circolare all’avanguardia sia a livello nazione che europeo che punta su obiettivi molto ambiziosi allo scopo di creare una nuova filiera del riuso e del riciclo, appoggiando il passaggio da un’economia lineare a una circolare. [Atto di indirizzo n.253 del 05.10.2015]
La legge 16/2015 pone come criterio principale di efficienza nella gestione dei rifiuti la riduzione degli sprechi e indica come obiettivi da raggiungere entro il 2020:
- la riduzione entro i 150 Kg pro-capite dei rifiuti non inviati a riciclaggio;
- la riduzione della produzione pro-capite dei rifiuti urbani dal 20 per cento al 25 per cento, rispetto alla produzione del 2011;
- la raccolta differenziata al 73 per cento;
- il 70 per cento di riciclaggio di materia.

La Legge Regionale 16/2015 prevede inoltre un fondo di incentivazione alla trasformazione del servizio e alla riduzione dei rifiuti con una linea specifica di finanziamento ai progetti comunali di riduzione della produzione di rifiuti.
 

Per queste ragioni la Rete regionale Rifiuti Zero Emilia-Romagna (aderente a Zero Waste Italy) si appella alle liste politiche in campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative dell’11 Giugno 2017 affinché adottino nei propri programmi impegni concreti sull’adozione della strategia RIFIUTI ZERO sintettizata nei 10 passi di seguito elencati:

1. Separazione alla fonte: organizzare la raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti non e’ un problema tecnologico, ma organizzativo, dove il valore aggiunto non e’ quindi la tecnologia, ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare in un passaggio chiave per attuare la sostenibilità ambientale.
2. Raccolta differenziata porta a porta: organizzare una raccolta differenziata “porta a porta”, che appare l’unico sistema efficace di raccolta differenziata in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Quattro contenitori per organico, carta, multi materiale e residuo, il cui ritiro e’ previsto secondo un calendario settimanale prestabilito.
3. Compostaggio: realizzazione di un impianto di compostaggio da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori.
4. Riciclo: realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva.
5. Iniziative di riduzione dei rifiuti: diffusione del compostaggio domestico, sostituzione delle stoviglie e bottiglie in plastica, utilizzo dell’acqua del rubinetto (più sana e controllata di quella in bottiglia), utilizzo dei pannolini lavabili, acquisto alla spina di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione degli shoppers in plastica con sporte riutilizzabili.
6. Riuso e riparazione: realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste però un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un’ottima resa occupazionale.
7. Incentivi economici: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti piu’ consapevoli.
8. Recupero dei rifiuti: realizzazione di un impianto di recupero e selezione dei rifiuti, in modo da recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla raccolta differenziata, impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua.
9. Centro di ricerca e riprogettazione: chiusura del ciclo e analisi del residuo a valle della raccolta differenziata, recupero, riutilizzo, riparazione, riciclaggio, finalizzata alla riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili, e alla fornitura di un feedback alle imprese (realizzando la Responsabilità Estesa del Produttore) e alla promozione di buone pratiche di acquisto, produzione e consumo.
10. Azzeramento rifiuti: raggiungimento entro il 2020 dell’azzeramento dei rifiuti, ricordando che la strategia Rifiuti Zero si situa oltre il riciclaggio. In questo modo Rifiuti Zero, innescato dal “trampolino” del porta a porta, diviene a sua volta “trampolino” per un vasto percorso di sostenibilità, che in modo concreto ci permette di mettere a segno scelte a difesa del pianeta.
 

La strategia Rifiuti Zero è stata adottata (a tutto Aprile 2017) da 242 Comuni Italiani per un totale di 5.297.868 abitanti.
Negli ultimi tempi si stanno progressivamente registrando anche nuove adesioni di Comuni della Regione Emilia-Romagna.
Una crescita culturale e politica lenta ma ormai “inesorabile” e fortunatamente innarestabile viste le grandi problematiche ambientali, sociali ed economiche che la gestione inefficiente dei rifiuti produce.
Inoltre, la recente presa di posizione dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) a favore della strategia Rifiuti Zero è un segnale eloquente del percorso obbligato che le amministrazioni locali dovranno intraprendere per consentire al nostro Paese di recuperare posizioni qualificate a livello europeo e riposizionare la nostra economia verso nuovi modelli virtuosi ed eco-sostenibili.
E’ infatti risaputo che la conversione verso pratiche di economia circolare siano un volano significativo per favorire e incentivare l’occupazione, generare nuove forme di socialità e solidarietà, recuperare e reimpiegare risorse materiali rinnovabili.

La Rete regionale Rifiuti Zero Emilia-Romagna auspica che i nuovi amministratori locali che governeranno i prossimi 5 anni possano compiere scelte condivise di pratiche virtuose a vantaggio di tutta la popolazione dei propri comuni nella gestione dei rifiuti urbani sia di origine domestica sia produttiva così da poter raggiungere gli obiettivi della Legge Regionale 16/2015.

La Rete regionale Rifiuti Zero Emilia-Romagna rinnova pertanto l’invito (già precedentemente indicato) alle liste politiche in campagna elettorale di adottare nei propri programmi elettorali la predetta strategia Rifiuti Zero.

La Rete regionale Rifiuti Zero Emilia-Romagna si dichiara fin d’ora disponibile a collaboare con qualsiasi lista elettorale per meglio definire e precisare le proposte politiche di riduzione dei rifiuti e in seguito all’esito elettorale a collaborare con le nuove amministrazioni comunali.

Per ogni ulteriore informazione e contatto con la Rete regionale Rifiuti Zero Emilia-Romagna vi invitamo a scrivere alla nostra e-mail: reterifiutizeroemiliaromagna@gmail.com
e a visitare il nostro blog: http://rifiutizeroer.blogspot.it/

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o su Facebook: https://www.facebook.com/reterifiutizeroemiliaromagna/

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Grazie per la Vostra cortese attenzione.

robot NOWASTE da rifiuti organici a compost

da IRSSAT - Istituto di Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione sull'Ambiente ed il Territorio
Il prototipo NOWASTE che usiamo ogni giorno
Questo è il robot NOWASTE che da dicembre abbiamo installato nel nostro ufficio. Raccogliamo i nostri scarti umidi a casa (scarti di cibo e avanzi di preparazione) e li portiamo ogni mattina in ufficio per trasformarli in pre-digestato con il nostro prototipo. Ogni 10-15 giorni, quando il secchio-filtro di raccolta è pieno, lo svuotiamo e trasformiamo il pre-digestato in compost per usarlo in giardino.
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Regolamento Compostaggio di comunità

Il prossimo 10 Marzo 2017 entra in vigore il  DECRETO 29 dicembre 2016, n. 266 

Regolamento recante i criteri operativi e le procedure autorizzative semplificate per il compostaggio di comunita' di rifiuti organici ai sensi dell'articolo 180, comma 1-octies, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, cosi' come introdotto dall'articolo 38 della legge 28 dicembre 2015, n. 221.

Il RIFIUTO è solo un CONCETTO MENTALE, un PREGIUDIZIO!!!!

Il BENESSERE è DEMOCRAZIA, sobrietà e rispetto per l'ambiente. 
Vivere SENZ'AUTO e a RIFIUTI ZERO non è una miseria, non è privazione, non è radical chic, non ci allontana dai problemi sociali, ci fa anzi essere solidali con i poveri, gli immigrati.

TARI la tariffa sui rifiuti questa sconosciuta

La TARI ovvero la "tassa sui rifiuti" che cittadini, enti ed aziende devono corrispondere ai Comuni per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è entrata in vigore nel 2014 prendendo il posto della TARES e della TIA.
La disciplina relativa a questo tributo locale è piuttosto scarna ma, la L. n. 147/2013 all’art. 1, comma 652, prevede che i Comuni, nel rispetto del principio «chi inquina paga», possono “commisurare la tariffa alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti”. 
Una disposizione dalla quale è possibile ricavare un'importante indicazione ovvero che le tariffe TARI devono essere proporzionali alla ‘quantità e qualità dei rifiuti’ prodotti (e quindi all’entità del servizio reso) secondo una dettagliata valutazione delle singole situazioni.

I Comuni, ai fini dell'applicazione della TARI, devono adottare il "piano finanziario Tari" che deve contenere tutte le indicazioni previste dalla legge e non può tradursi in una semplice tabella riassuntiva dei costi del servizio.
Il D.P.R. n. 158/1999 al comma 2 dell'articolo 8 prescrive che il piano finanziario debba comprendere: 
a) il programma degli interventi necessari;
b) il piano finanziario degli investimenti; 
c) la specifica dei beni, delle strutture e dei servizi disponibili, nonché il ricorso eventuale all’utilizzo di beni e strutture di terzi, o all’affidamento di servizi a terzi; 
d) le risorse finanziarie necessarie; 
e) relativamente alla fase transitoria, il grado attuale di copertura dei costi afferenti alla tariffa rispetto alla preesistente tassa sui rifiuti”; 
Il comma 3 aggiunge che al piano debba essere allegata una relazione “nella quale sono indicati: 
a) il modello gestionale ed organizzativo; 
b) i livelli di qualità del servizio ai quali deve essere commisurata la tariffa; 
c) la ricognizione degli impianti esistenti; 
d) con riferimento al piano dell’anno precedente, l’indicazione degli scostamenti che si siano eventualmente verificati e le relative motivazioni”.

Tutto questo è stato recentemente ribadito dalla sentenza n. 1/2017 del Tar di Latina (PDF), che ha fornito maggiori dettagli sull’accuratezza che deve presentare il piano finanziario Tari comunale e su come deve essere composta la relativa delibera.
«[...] il problema reale è che per quanto il piano e/o la relazione possano essere sintetici essi devono contenere le informazioni che in base all’articolo 8 devono essere rinvenibili nel combinato del piano e della relazione approvati [...] 
In altri termini la legge prescrive che il consiglio comunale approvi un piano con allegata relazione che deve obbligatoriamente avere i contenuti minimi indicati nell’articolo 8; questi contenuti devono costituire l’immediato oggetto delle delibera (in modo che su questi contenuti possa svolgersi il dibattito consiliare), sicchè l’approvazione di una tabella riassuntiva dei costi fissi e variabili del servizio non può essere considerata equipollente all’approvazione di un piano (che di fatto non risulta essere stato sottoposto all’approvazione del consiglio comunale).»


COMUNE CASTELLO D'ARGILE: A SCUOLA I NOSTRI RIFIUTI INDIFFERENZIATI

Il pick-up di Michele Giovannini con i sacchi di rifiuti indifferenziti
il pick-up del Sindaco con i sacchi dei rifiuti indifferenziati
Michele Giovannini è il Sindaco di Castello d'Argile (BO) da sempre strenuo promotore di pratiche virtuose verso "rifiuti zero".
Instancabilmente persegue l'obiettivo della riduzione dei rifiuti facendo leva anche sulla formazione culturale degli studenti della sua comunità locale.
Il Sindaco Michele Giovannini alla scuola media
Mercoledi scorso (1 febbraio 2017) ha coinvolto Andrea Cocchi che oltre ad essere un tecnico esperto del Centro Agricoltura Ambiente è anche uno dei nostri collaboratori della Rete Rifiuti Zero Emilia Romagna.