La nozione di sottoprodotto è introdotta dal Decreto legislativo 3 
dicembre 2010, n. 205 che definisce “sottoprodotto”: qualsiasi sostanza 
od oggetto che soddisfa le condizioni di cui all’articolo 184-bis, comma
 1, o che rispetta i criteri stabiliti in base all’articolo 184-bis, 
comma 2.
L’articolo 184-bis del D.Lgs. n. 152 del 2006, come modificato dal 
suddetto D.Lgs n. 205 del 2010, sottrae alla disciplina dei rifiuti quei
 prodotti che possono essere utilizzati per sé o per terzi, senza 
ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale.
Il D.Lgs. n. 205 del 2010 prevede, quindi, i criteri di individuazione 
dei sottoprodotti. Infatti, l’articolo 184-bis dichiara che è un 
sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dell’articolo 183, comma 1, 
lettera a), qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti
 condizioni:
a) la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione, di 
cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la 
produzione di tale sostanza od oggetto:
le sostanze o gli oggetti che derivano dal processo di produzione di una
 materia (per esempio: legno) e costituiscono residui della lavorazione 
(per esempio: trucioli di legno) saranno considerati, a seconda delle 
caratteristiche qualitative, sottoprodotti.
b) è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello 
stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da 
parte del produttore o di terzi:
l’oggetto o la sostanza devono essere utilizzati nel corso dello stesso 
oppure di un successivo processo di produzione oppure di utilizzazione 
da parte dello stesso produttore o anche da parte di terzi soggetti.
Approfondimento: LA NUOVA DEFINIZIONE DI SOTTOPRODOTTO in PDF a cura di Gianfranco Amendola  (fonte: rivista “Ambiente e sicurezza sul lavoro”) 
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